La fame nervosa detta anche fame emotiva è una fame che nasce dalla testa, non dallo stomaco perché salta fuori quando le emozioni prendono il sopravvento.
Generalmente è legata emozioni negative quali ansia, stress, tristezza, noia, delusione.
Il cibo diventa lo strumento per far fronte ad eventi stressanti. Il cibo come consolazione, come coccola, come rifugio, viene visto come amore legato all’amore materno.
Ricordo che il primo legame con la madre si ha attraverso l’allattamento ossia il nutrimento.
Il cibo diventa nutrimento dell’animo, fonte di amore, gratificazione e ricerca di piacere.
Ovviamente le voglie di cibo nate dalla fame nervosa vengono convogliate verso certi tipi di cibi, generalmente non salutari appositamente studiati, creati, prodotti e commercializzati a questo scopo.
Non a caso il cibo spazzatura è sempre molto dolce o molto salato, gusti che provocano forte sensazione di piacere; sono ricchi di zucchero che crea dipendenza perché agisce sui circuiti della dopamina, possono creare in bocca sensazioni avvolgenti, come le creme spalmabili al cioccolato, che sostituiscono un abbraccio, oppure possono creare sensazioni piacevoli attraverso la croccantezza che ne aumenta la palatibilità, come le patatine.
Insomma, la fame nervosa crea una necessità e il mercato degli snack crea prodotti ipercalorici, poco salutari e immediatamente pronti al consumo che vadano a colmare queste necessità.
Ma assecondare questo istinto mangiando non aiuta a colmare il disagio, anzi aumenta il senso di colpa, ha ripercussioni sulla nostra forma fisica, ci vediamo ingrassati e questo può andare a diminuire la nostra autostima e ha conseguenze negative anche sul nostro stato di salute.
Cosa fare quindi quando arriva l’attacco di fame nervosa completamente irrazionale e incontrollabile per cercare di arginarlo?
Ecco 10 consigli pratici:
1- Il più ovvio e scontato: non acquistiamo cibo spazzatura, non andiamo a fare la spesa quando abbiamo fame perché siamo pronti a mettere di tutto nel carrello; non acquistiamo snack ipercalorici, patatine, biscotti, creme spalmabili. Concetto chiave: se non ho questi cibi non li mangio.
2 – Acquistiamo invece cibo sano frutta, frutta secca da sbucciare, se vogliamo proprio prendere degli snack mettiamo nel carrello quelli più salutari per esempio quelli a base di semi e frutta secca, calorici ma sani, quelli a basso contenuto di zuccheri e grassi ma ricchi di fibre, crackers e grissini senza sale, magari a base di farina integrale, yogurt magro, verdura fresca. Concetto chiave: se in casa ho questi cibi, quando sarò in preda a un attacco di fame nervosa, mangerò questi cercando di limitare i danni.
3 – Se la fame nervosa è dovuta allo stress, troviamo un rimedio allo stress. Il cibo non è un rimedio. L’attività fisica invece sì, dedicarsi a un hobby, una distrazione, uno spazio solo nostro nel quale possiamo totalmente immergerci e staccarci mentalmente da tutto ciò che ci causa stress. Possiamo distrarci anche leggendo o progettando un viaggio, una vacanza, una nuova attività da svolgere, darci al giardinaggio o al bricolage.
4 – Se la fame nervosa è dovuta a carenza di coccole, affetto, amore, impariamo a regalarci coccole, affetto amore. Regaliamoci amore prendendoci cura della nostra persona e dell’ambiente intorno a noi. Attività fisica, yoga, cuciniamo un cibo appagante ma sano, se è sera facciamo un bagno caldo, abbelliamo la nostra casa che è il nostro nido, il nostro rifugio. Rendiamola accogliente, profumata, bella per noi, accendiamo delle candele. Basta veramente poco per creare un clima avvolgente intorno a noi che si rifletta dentro di noi. Al momento dei pasti, impariamo a sederci, a mangiare con calma, ad apparecchiare la tavola anche se siamo da soli.
5 – Cosa fare se la fame nervosa ci coglie la sera davanti alla tv: iniziamo a sbucciare la frutta secca: questa attività manuale ci terrà impegnati, eviterà di farci divorare le unghie, ci appagherà il palato, ma lentamente perché parte del tempo non lo avremo dedicato a mangiare, ma a sbucciare semi di zucca, rompere mandorle, nocciole e noci.
6 – Se la fame nervosa ci coglie soprattutto di notte, coccoliamoci con qualcosa di caldo che ci rilassi, concili il sonno e rilassi le pareti dello stomaco; per esempio la classica tisana alla camomilla, una tazza di latte caldo, anche latte di mandorla, magari con due biscotti integrali; placherà immediatamente l’ulteriore voglia di cibo;
7 – Se la fame nervosa è dovuta all’ansia. Impariamo a respirare. Quando sentiamo salire l’ansia, con l’attacco di fame nervosa, respiriamo e concentriamoci sul respiro. Chiudiamo gli occhi e sentiamo l’aria che entra e che esce lentamente, i polmoni che si espandono, il diaframma che scende. Restiamo in ascolto così qualche minuto e cerchiamo di sentire quali sono le nostre emozioni e magari poi scriviamole in modo da poterle visualizzare.
8 – Non teniamo i cibi “proibiti” a portata di mano ma lontano dalla vista; mettiamoli sugli scaffali più alti della dispensa in modo che quando siamo colti dall’attacco di fame non siano subito a disposizione.
9 – E se fatto tutto questo l’attacco non passa e ci buttiamo sul cibo? Cerchiamo di arginare i danni, tenendo in frigo a portata di mano sempre della verdura cruda già pulita, tagliata e pronta al consumo: carote, sedano, rapanelli, finocchi, pomodori; hanno la stessa croccantezza delle patatine, prepariamo un piccolo pinzimonio col olio extravergine di oliva e un pizzico di sale in modo da renderla più gustosa. Vi assicuro che un pinzimonio contiene meno grassi di un pacchetto di patatine ed è molto più salutare. Possiamo mangiare uno yogurt con un po’ di frutta secca e qualche goccia di cioccolato. Se proprio non riusciamo a contenere l’attacco di fame nervosa la strategia è limitare i danni evitando i cibi spazzatura.
10 – Prendiamo in considerazione di chiedere al nostro farmacista di fiducia o alla nostra erborista un integratore a base di rodiola, dalle proprietà adattogene, fortemente consigliata in caso di stress e fame nervosa;
Questi consigli sono adatti quando il disturbo è transitorio e leggero. Se dovesse persistere nel tempo è consigliabile consultare uno psicologo per capire se si tratta di un disturbo dell’alimentazione patologico; in quel caso potrebbe essere necessario far partire un percorso interdisciplinare che preveda la presenza del supporto psicologico insieme a quello nutrizionale.
Se avete domande potete scrivermi nell’area sottostante.